
Perché Casanova era italiano e Don Giovanni era spagnolo? E questa mania di Rodolfo Valentino e dei latin lovers? Italians do it better?
Difficile avere termini di paragone ma è certo che non pochi stranieri trovano che ci sia qualcosa di sensuale in noi latini, qualcosa che viene percepito come peccaminoso e quasi amorale ma, per questa stessa ragione, irresistibile (vedi la frizione tra inglesi e francesi in questo ambito).
Ho collaborato per qualche anno all’UNLB di Brindisi e quando gli studenti, provenienti dal nord America e da altre parti del mondo, mi chiedevano perché le ragazze locali fossero vestite in modo provocante e camminassero per il corso in modo così sinuoso (facendo pensare alle donne dei film di Montalbano, per intenderci, o a Belen) io rispondevo che ciò non indicava una loro maggiore disponibilità quanto piuttosto un costume italiano e latino.
[Tempo fa ascoltai questa frase in un documentario americano di History Channel: “Un esercito di Don Giovanni stava per sbarcare …“, in riferimento a una spedizione militare inviata da Mussolini da qualche parte nel Mediterraneo.
C’è da chiedersi se una star come Madonna abbia costruito la sua carriera in parte su questa ambiguità: la “sensualità speciale” italiana]
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Una serie del vecchio blog ‘Man of Roma’ intitolata Sex and the city (of Rome) cercava di tracciare connessioni tra i comportamenti dei latini contemporanei e le abitudini sessuali romane pre-cristiane, non gravate dal tormento del peccato cristiano (gli italiani, dicevo, erano più pagani e meno cristiani dei nord-europei perché il loro fu un paganesimo estremamente più civilizzato che ha lasciato tracce profonde; loro invece si civilizzarono con il Cristianesimo: una bella differenza).
Restringendo il campo agli uomini trattai in seguito anche il fenomeno del dongiovannismo, sempre con l’intento di cercarne le radici in un passato lontano.
Riporto qui alcune note che si riferiscono a ieri, a oggi e al passato misterioso dei millenni (più vicino di quanto si pensi).
Comportamenti irritanti
Alcuni comportamenti dei maschi italiani erano (e sono) pessimi, non c’è dubbio.
Quando i giovani del mio tempo sbarcavano all’Oktoberfest non appena il tasso alcolico andava alle stelle e la gente era in preda all’ebbrezza essi si sentivano in diritto di sedurre TUTTE le ragazze tedesche della loro tavolata, il che naturalmente generava non poca riprovazione.
Negli anni ’60 sciami di adolescenti romani (di cui ahimè qualche volta feci parte anch’io) cacciavano le turiste per il centro storico di Roma. Lo facevano razionalmente, proprio come i cacciatori che studiano le abitudini della ‘preda’, e ovviamente la maggioranza di queste ragazze non ne era affatto contenta (beh, la minoranza invece era il premio riservato a tale comportamento, volgare e intrusivo).
Oggi forse abbiamo meno sfacciataggine per la strada ma si è arrivati a un livello in cui la violenza e maleducazione degli uomini sulle donne è inaccettabile (è aumentata o diminuita? Solo le statistiche ce lo possono dire ma è certo che la pazienza delle donne è agli sgoccioli).
Giulio Cesare: il lato nascosto
Cerchiamo di capire meglio considerando i nostri progenitori – che ci hanno influenzati proprio come i nonni influenzano i nipoti – e tra essi scegliamo un romano tra i più ammirati (e amati) di tutti i tempi, Giulio Cesare. In via dei Fori Imperiali spesso i turisti depongono corone di fiori ai piedi della sua maestosa statua di bronzo.
Cesare era grande in tutto ciò che faceva, un’anima suprema, più razionale di Alessandro, astemio, dotato di intenso intelletto, coraggio, forza e audacia fino all’età avanzata.
Era anche un grande visionario e molti storici pensano che senza Cesare (che conquistò la Gallia e mise in condizione di non nuocere un’aristocrazia ormai decadente) il mondo greco-romano sarebbe perito molti secoli prima sotto i colpi dei barbari con enormi conseguenze per l’Occidente, il che lo rende ancor più un gigante rispetto all’uomo comune.
Eppure c’è un altro aspetto di Giulio Cesare che può lasciarci perplessi.
Era totalmente dipendente dal piacere sessuale (solo l’ambizione in lui era maggiore, sostiene Montaigne) e mise più volte in pericolo la sua carriera per questo motivo (gli asterischi sotto indicano azioni pericolose).
Cesare era molto bello e narcisista. Cercava di nascondere i capelli radi portando più spesso del dovuto la corona d’alloro (Suetonio). Si profumava con gli unguenti più preziosi e si depilava i peli del corpo: voleva che la sua pelle fosse perfetta come quella di una donna.
Cambiò moglie quattro volte. Probabilmente ebbe una relazione con il re di Bitinia Nicomede IV, con Cleopatra regina d’Egitto (*), con Eunoe regina di Mauritania. Forse dormì con non pochi dei suoi soldati.
Sceglieva personalmente schiavi avvenenti di sesso maschile (l’amore omosessuale non essendo condannato a Roma a condizione che gli uomini assumessero un ruolo non passivo, perché esser passivi era contro la dignitas).
Cornificò e venne cornificato. Fece l’amore con Tertulla, la moglie di Crasso (*); con Lollia, la moglie di Gabino; con Postumia, la moglie di Servio Sulpicio; persino con Murcia, la moglie di Pompeo (*), a cui successivamente diede in moglie l’amatissima figlia Giulia.
Ebbe anche una relazione duratura con Servilia, la sorella di Catone il giovane, il suo più acerrimo nemico. Servilia era la madre di Marco Giunio Bruto, uno degli assassini di Cesare (e forse il suo stesso figlio).
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Beh.
Se questi erano i modi dell’uomo migliore di Roma …
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Nota. Leggete la storia dell’affascinante Johnny Stompanato, italo-americano, prototipo dell’American gigolo, e di come sedusse la diva Lana Turner.
E, sul Chicago Magazine, la terribile vicenda nei dettagli del fatale triangolo.